Dalla tradizione alla magia della credenza, una festa che affonda le sue radici nell’antichità

Tra la fine dell’estate e l’inizio della stagione invernale il “Grande Sabba” della notte di Samhain del 31 ottobre, meglio conosciuto come Halloween, segna per i wiccan un momento di passaggio ed evoluzione tra vita e morte. Questa celebrazione dal fascino esoterico che ha in sé della vera e propria magia è oggigiorno festeggiata anche come momento ludico da bambini e adulti, secondo la tradizione anglosassone del noto “dolcetto o scherzetto?”, ma in Sicilia la festa prosegue sino alla notte tra l’1 e il 2 novembre

Il 2 novembre siciliano è considerato la “festa dei morti” e questa ricorrenza risale al X secolo, ma trova le sue radici in alcune pratiche egizie e romane sul culto dei defunti. Si credeva, infatti, che in quella notte i morti tornassero alle proprie case per cenare e portare doni ai più piccoli, motivo per cui venivano allestite delle tavole con dolci abbondanti che hanno poi preso delle caratteristiche forme evocative, come le “ossa dei morti”. In quei giorni spesso ci si recava presso i colatoi, dove si pregava dinanzi alle salme dei defunti affinché le loro anime potessero trapassare senza interferire col mondo dei vivi. 

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La sera dell’1 novembre i bambini venivano mandati a letto presto, con la paura che i i parenti defunti potessero “grattare i loro piedi”. L’indomani, oltre ai regali, i bambini mangiavano i dolci che erano stati lasciati la sera prima, nel tipico “cannistro“, tra cui le “pupe a cena”. La “pupa a cena” è una sorta di statuetta di zucchero antropomorfa la cui origine ha a che fare con dei rituali cannibali condivisi anche da alcuni indigeni australiani. Mangiare il morto, infatti, si credeva che potesse permettere ai vivi di acquisirne le forze fisiche e le virtù morali, motivo per cui l’atto del magiare la pupa a cena è simbolicamente un modo per ottenere le buone qualità dei cari che non ci sono più ed averli con sé. 

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Sebbene questa festa sia ritenuta un po’ sinistra ed inquietante nel resto d’Italia, ancora oggi in Sicilia i bambini aspettano quel giorno per vedere quali doni gli hanno portato i nonni defunti e così la magia di Halloween dura un po’ più a lungo. 

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Evidente è l’analogia con la festa dei morti messicana, ritenuta la festa più allegra dell’anno: tutta la nazione vi partecipa con entusiasmo e si reca presso le tombe dei propri cari per banchettare con loro. Tra i dolci tipici messicani dell’occasione, immancabili i “calaveras“, i teschi di zucchero.

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Da guardare il 2 novembre: Book of life, di Jorge R. Guitierrez.